giovedì 3 maggio 2012

Il fritto. Una filosofia di vita

Diciamolo: la cucina cinese è buona perché il 142% del cibo è fritto. Certo tu non lo sai ma è probabile che ti diano anche del cartone insieme ai funghi, però va lodato che siano capaci di friggere anche la nutella, cosa che ho provato a fare senza riuscirci (sti ‘nfami che non ti danno la ricetta manco se rinunci ai punti!).

Anche l’aria delle più grandi capitali europee però è pervasa dell’odore di fritto. Mi domando se il loro elevato senso civico ne sia in qualche modo una conseguenza.

E questo post per l’appunto è basato anch’esso su una cosa fritta. L’aria precisamente. Il che denota l’elevata profondità di cui sarà pervaso.

Ma la verità è che non serve necessariamente una motivazione quando si ha voglia di scrivere, non serve per forza che sia accaduto un cataclisma per pubblicare un articolo, quando senti il fuoco dentro, e questo vale per qualunque passione, ogni pretesto è buono per assecondarlo: lo scrittore scarabocchia perché gode anche solo a tenere tra le mani una penna e un foglio di carta, il musicista strimpella note a caso assaporando il suono emesso dal suo strumento, il fotografo scopre interessante anche il particolare più insipido mentre il mio capo canta nonostante sia stonato come una campana. Anzi no, io sono stonata, la sua voce stride contro le corde vocali che cedono per pura disperazione.

E poi ci sono quelle persone che di aria fritta si riempiono la bocca vantandosi a destra e a sinistra “io così, io di qua…” e se ne dimenticano, ma non sanno che gli altri però ricordano.

E appunto. Cos è che dovevo scrivere?

3 commenti:

  1. Hai ragione, la scrittura è un fiume senza motivo. Ben vengano gli articoli scritti a sensazioni, senza l'urgenza di raccontare un cataclisma, ma solo di raccontare. (Io adoro il cibo cinese. Tutto tranne i funghi. Quei funghi proprio non riesco a deglutirli.)

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