Mai toccare loro le ali. Ne morirebbero. E con esse la libertà. L’equilibrio. Ma soprattutto i cambiamenti e la rinascita.
Simbolo di trasformazione. Iniziano la loro vita strisciando per librarsi poi in aria portando con sé i colori dell’arcobaleno.
Solitarie, non vivono per cibarsi e invecchiare, ma solo per amare.
I Maya credevano fossero gli spiriti dei defunti venuti a visitare i loro cari ancora in vita.
E se ne vedi una poggiata sul tronco di un albero vuol dire che sta arrivando la stagione delle piogge.
Per Rabindranath Tagore la farfalla non conta gli anni ma gli istanti e per questo il breve tempo di vita le basta per cogliere la fuggevolezza dell’esistenza che va vissuta come eterna.
Per Erri De Luca invece il battito scandito delle sue ali rappresenta il peso della morte sull’anima.
Il 29 dicembre 1979 il fisico Edward Lorenz presentò alla Conferenza annuale della American Association for the Advancement of Science una relazione in cui ipotizzava come il battito delle ali di una farfalla in Brasile, a séguito di una catena di eventi, potesse provocare una tromba d’aria nel Texas. L’insolita quanto suggestiva relazione diede il nome al cosiddetto butterfly effect, effetto farfalla. Ma cosa c’entra “il battito d’ali di una farfalla”? Ebbene, lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, per esempio la morte di un uomo, un anno dopo, a causa di una valanga… oppure la sua salvezza. (fonte http://www.megliopossibile.it/)
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