Come dice? Peter Jackson non parla solo di hobbit? Ah questa si che è una rivelazione: è il primo film che vedo del suddetto regista dove i protagonisti hanno piedi e orecchie normali…eccezion fatta per King Kong ma tra scimmioni e hobbit non è che ci veda chissà che differenza.
Avevo voglia di un bel film e tra le mani mi giravano titoli come Espiazione (lo so dovrei espiare le mie colpe al più presto per essere arrivata nel 2011 senza averlo ancora visto), Last Night (mi piace Keira Knigthley e allora?) e Il discorso del re…ma ahimè i miei occhietti cadevano sempre li e io che ho un debole per le tragedie, più sono drammatici e più mi piacciono, ho dovuto cedere.
E’ il film più dolce, magico con sprazzi di divertimento che sia mai stato girato per raccontare un dramma. Prima cominci a vivere con questa normalissima e amorevole famiglia degli anni 70 per poi attraversare quel terrore dovuto all’ansia che precede la disgrazia. Ho sentito il dolore della madre a cui viene comunicato che la propria bambina non tornerà più a casa e ho provato disgusto per l’essere schifoso che ha provocato questo e ho afferrato l’amore di un padre che riesce a mantenere vivo il legame con sua figlia. Sono temi profondi che spesso per essere raccontati al meglio hanno bisogno di tempi lunghi e fin troppo intensi ma non è questo il caso: la storia scivola come una fiaba che resta tale grazie all’ingenuità della vittima che continua a vivere in un mondo tutto suo dove può giocare ad essere chi vuole ma che deve anche scontrarsi con la propria rabbia verso chi le ha tolto anche la gioia del primo bacio.
Il film dimostra come non sia importante per superare il dolore vendicarsi o ritrovarsi davanti a un corpo tanto amato ma senza vita, e nel caso specifico, dove a farla da padrone c’è tanta spiritualità e fede, sarà qualcun’Altro a fare giustizia.
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