A volte penso che mi piacerebbe essere il personaggio di un telefilm, non un attore ma proprio il soggetto inventato, la cui esistenza dura giornalmente il tempo di una puntata e la cui coscienza svanisce nel momento esatto in cui partono i titoli di coda.
Non dovrei preoccuparmi di niente, di avere una casa, di pagare le bollette o di fare la spesa perchè dopo mezz’ora, al massimo un’ora, tutto scomparirebbe.
Ora, se facessi leggere queste righe a mia madre penso che si metterebbe subito in contatto con il primo psicologo che compare sull’elenco. Data la gravità della situazione non prenderebbe nemmeno tempo per decidere tra i tanti chi possa essere il migliore: il primo e basta.
Per le mamme non è concepibile che tu possa avere attimi di spaesamento senza pensare che c’è sotto qualcosa di grave di cui non vuoi parlare, magari non è niente di che, è solo un attimo in cui tiri brevemente le somme -cosa che dovremmo fare più spesso- ti chiedi dove stai andando, se la direzione intrapresa è quella giusta, sempre ammesso che ci sia una direzione perchè spesso camminiamo e andiamo avanti, succeda quel che succeda, senza preoccuparci del tempo che passa. E se per caso ironizzi ti guardano domandandosi se per sbaglio nove mesi prima della tua nascita non siano state rapite e fecondate da qualche alieno di passaggio sulla terra. Eppure che diamine! Anche loro avranno avuto momenti negativi o apatici. Come li hanno risolti? Non piangendo, perchè il pianto è il mezzo per sfogarsi non per reagire. Al momento di tirarsi su e proseguire devi per forza pensare positivo e se gli avvenimenti attorno a te non lo permettono ci scherzi su.
Esempio 1:
Vostro padre non riesce ad accettare la caduta inarrestabile dei suoi capelli e un bel giorno tutto contento torna a casa con un parrucchino orribile convinto di somigliare ad Alain Delon - ma ripensandoci perchè tirare in mezzo i papà quando potremmo usare come soggetto Lucio Dalla? – ah no, è morto.
Come glielo dite che preferireste farvi vedere intenti a limonare con zia Ietta piuttosto che a passeggio con lui senza offenderlo ed evitare così che cada nello sconforto e nella crisi di mezz’età per la quarta volta?
“papà papà ho avuto un incubo: ho sognato che Giletti perdeva i capelli e per sbaglio gli trapiantavano il caschetto di Enzo Paolo Turchi!!!”
e guardandolo… “ah, non era un sogno…”
Esempio 2:
Vostra madre vi sta raccontando un avvenimento che reputa interessantissimo ma voi siete troppo presi dall’ultima scena di Assassin’s Creed per darle retta:
”mamma me lo hai già detto ieri sera”
”impossibile è successo stamattina”
”Wow! Ma allora sei veggente!!!”
Da non confondere con il sarcasmo, molto più adorabile dell’ironia ma si corre fortemente il rischio di essere presi in antipatia visto che come unico fine ha quello di zittire il proprio interlocutore mortificandolo in modo brillante (e quasi ammirevole aggiungo).
Ecco ora avrei bisogno di un’illuminazione per dire al capo che mancherò tutta la prossima settimana.
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