Bruges mi ricorda tanto Borghetto, un frazione di Valeggio sul Mincio a cui sono tanto affezionata. Me lo ricorda per le costruzioni medievali, i canali ma soprattutto le dimensioni.
Dire che Bruges è piccola è un modo come un altro per affermare che a parte la piazza centrale e una serie infinita di cioccolaterie c’è poco altro.
Ma quel poco è così amato dalla popolazione belga che ho cercato di capirne il motivo. Forse per lo stile prettamente fiammingo che ricorda tanto i vicini cugini olandesi o forse perchè l’odore del cioccolato è così deciso e invitante da convertire anche il più accanito salutista. In un locale sono rimasta ipnotizzata da una fontana di cioccolato in cui è possibile immergere i marshmallow mentre la gestrice nel banco accanto serviva cioccolata calda riscaldando latte e immergendoci dentro un blocco intero di cioccolata. *.*
Ma fortunatamente siamo stati salvati da morte certa per diabete: mia sorella ad un tratto si blocca per qualcosa vista in lontananza “ma quello è Dalì?” Io: “‘nchesenso?” E parte dritta spedita verso quello che non era Dalì ma un cartellone con la sua faccia che diceva MOSTRA. E insomma a Bruges pare che non ci sia niente e invece organizzano mostre di Dalì, Picasso e Mirò.
In Belgio poi devono avere un eccezionale senso dell’humour: se Bruxelles punta tutto su un bimbetto che fa la pipì Bruges non è da meno e ha intestato il suo vicolo più famoso a un asino cieco, perchè sia celebre non lo so ma sulla mia guida c’è scritto così e io ve lo riporto.
Ho apprezzato particolarmente la quasi totale assenza di automobili, la gente preferisce utilizzare altri mezzi di trasporto, sicuramente più salutari sia per il corpo che per la mente.
Mi rendo conto che magari a Taranto la canoa non sarebbe proprio praticissima ma un giorno o l’altro devo decidermi a tirare fuori la bicicletta. Promesso!
Insomma Bruges è un luogo in cui ci si rilassa, a passeggio con le persone giuste, godendosi panorama e cioccolato, appagando l’udito con lo scorrere dell’acqua e scattando fotografie.
Se ne avete la possibilità visitatela.
Dire che Bruges è piccola è un modo come un altro per affermare che a parte la piazza centrale e una serie infinita di cioccolaterie c’è poco altro.
Ma quel poco è così amato dalla popolazione belga che ho cercato di capirne il motivo. Forse per lo stile prettamente fiammingo che ricorda tanto i vicini cugini olandesi o forse perchè l’odore del cioccolato è così deciso e invitante da convertire anche il più accanito salutista. In un locale sono rimasta ipnotizzata da una fontana di cioccolato in cui è possibile immergere i marshmallow mentre la gestrice nel banco accanto serviva cioccolata calda riscaldando latte e immergendoci dentro un blocco intero di cioccolata. *.*
Ma fortunatamente siamo stati salvati da morte certa per diabete: mia sorella ad un tratto si blocca per qualcosa vista in lontananza “ma quello è Dalì?” Io: “‘nchesenso?” E parte dritta spedita verso quello che non era Dalì ma un cartellone con la sua faccia che diceva MOSTRA. E insomma a Bruges pare che non ci sia niente e invece organizzano mostre di Dalì, Picasso e Mirò.
In Belgio poi devono avere un eccezionale senso dell’humour: se Bruxelles punta tutto su un bimbetto che fa la pipì Bruges non è da meno e ha intestato il suo vicolo più famoso a un asino cieco, perchè sia celebre non lo so ma sulla mia guida c’è scritto così e io ve lo riporto.
Ho apprezzato particolarmente la quasi totale assenza di automobili, la gente preferisce utilizzare altri mezzi di trasporto, sicuramente più salutari sia per il corpo che per la mente.
Mi rendo conto che magari a Taranto la canoa non sarebbe proprio praticissima ma un giorno o l’altro devo decidermi a tirare fuori la bicicletta. Promesso!
Insomma Bruges è un luogo in cui ci si rilassa, a passeggio con le persone giuste, godendosi panorama e cioccolato, appagando l’udito con lo scorrere dell’acqua e scattando fotografie.
Se ne avete la possibilità visitatela.
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