lunedì 26 novembre 2012

Kitchen. Banana Yoshimoto

*ATTENZIONE!* A seguire probabile presenza di spoiler, ma non è certo perchè ancora non so cosa scriverò. –_–

kitchen Il miracolo non è la chiusura dell’ILVA o la Madonna che compare a tre pastorelli, il vero miracolo è quando ti capita di leggere un libro che rispecchia esattamente il tuo umore in quel momento: aiuta a sentirsi meglio anche se racconta una storia triste.
Avevo dimenticato di aver acquistato Kitchen fino al giorno in cui sistemando alcune cose nello sgabuzzino – più per nervosismo che per desiderio di ordine (uozz ordine??) – mi è letteralmente caduto tra le braccia. Un particolare insignificante ma col senno di poi a lettura ultimata mi è sembrato quasi fatale. Sulle prime ho pensato che non fosse nemmeno mio ma essendo l’unica bipede ad acquistare libri in casa non è che ci fosse molta alternativa.
In sostanza Kitchen si basa sull’elaborazione del sentimento in quanto tale, nè amore nè amicizia e allo stesso tempo entrambe scaturite dalla perdita di una persona amata. Nella prima parte due compagni universitari rimangono improvvisamente orfani e si ritrovano a doversi sostenere l’un l’altro instaurando quindi un rapporto emotivo unico; nella seconda cambiano i ruoli ma il tema è lo stesso con in più l’elemento leggendario tipico della cultura orientale. Lo so parlando di drammi può sembrare una lagna ma, sarà che mi sentivo una lagna pure io quando l’ho letto, l’ho trovato fantastico.
Merito anche dell’ambientazione: ho un debole per la cultura orientale che nel caso specifico traspare da ogni singola parola scritta, da ogni minima azione compiuta. Se la stessa storia fosse stata ambientata in un qualunque altro luogo occidentale dubito avrebbe sortito lo stesso fascino.
L’altra particolarità è che ho avuto più volte la sensazione di avere tra le mani la rielaborazione di un manga, solo alla fine leggendo l’ultima di copertina ho scoperto che era intenzione voluta dell’autrice: il suo stile è un punto di contatto tra i fumetti e una letteratura di maggior spessore e tramite avvenimenti che accadono senza logica racconta la realtà in cui vive, la crescita e il passaggio all’età adulta.

Kitchen è il primo libro che riesco a leggere per intero da non ricordo più quanto tempo. Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di entrare in un altro mondo per poter osservare il mio con distacco e razionalità e potermi rendere conto che nonostante alcuni particolari negativi sono esattamente nel punto in cui ambivo essere un anno fa.
E continuo ad andare avanti. ;)

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